di Valerio Masia
Sono passasti quasi due mesi dalla chiusura dei ristoranti per la pandemia da Covid – 19. Mesi che pesano, sui conti, spesso imprese a conduzione familiare. In attesa della ripartenza molti brand dell’alta cucina italiana e non solo stanno sperimentando il delivery d’autore, le consegne a domicilio e hanno aperto le cucine delle loro case al proprio pubblico social. Ma come è cambiata la vita degli chef ai tempi del coronavirus? Prima del lockdown, la loro comunicazione era incentrata su una narrazione atta a farci intendere che dietro ogni singolo piatto non ci fosse solo scuola di cucina e tanta esperienza, ma un vero e proprio fare sistema in un’azienda complessa, alle volte molto stressante costruita in anni ed anni di esposizione mediatica. Proprio per questo l’ordine degli Psicologi del Lazio in collaborazione con l’associazione ‘Ambasciatori del Gusto’ ha avviato un progetto per aiutare gli chef in difficoltà, sottoposti a pressioni di ogni tipo. La loro categoria infatti è stata classificata in termini di stress tra quelle più logoranti.