In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’Istituto Modartech di Pontedera presenta un modello educativo all’avanguardia: zero gas, zero rete nazionale, 100% biogas

Una scuola che non brucia carbone, non consuma gas, non si collega alla rete elettrica nazionale, ma che si alimenta con ciò che la società scarta: i rifiuti. È l’Istituto Modartech di Pontedera, eccellenza italiana nella formazione di moda e design, che in occasione della Giornata Internazionale dell’Ambiente (5 giugno) presenta un progetto concreto e visionario: un polo creativo alimentato al 100% da energia prodotta da biogas, grazie alla storica collaborazione con Ecofor Service.

L’impianto di Gello (Pontedera), gestito dall’azienda Ecofor, trasforma ogni anno rifiuti speciali non pericolosi in oltre 20.000 MW di energia elettrica green, sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di circa 5.000 famiglie. Una parte di questa energia oggi alimenta l’Istituto Modartech, che soddisfa i suoi 85.000 Kwh annui senza inquinare, con una riduzione stimata di oltre 30 tonnellate di CO₂. Un risultato straordinario per il mondo della formazione.

«La sostenibilità è parte del nostro DNA» spiega il direttore Alessandro Bertini. «Per noi qualità significa tracciabilità, innovazione responsabile e riutilizzo. Oggi aggiungiamo un nuovo tassello, rendendo concreta una visione di scuola etica e contemporanea, che parla ai designer di domani attraverso i valori del presente».

Da anni, infatti, Modartech promuove percorsi didattici orientati all’economia circolare: riciclo creativo, materiali naturali, virtual fashion, 3D design, ma anche scarti tessili e filiere a km zero. Il 5 giugno, le porte dell’Istituto si apriranno per mostrare questi progetti al pubblico: outfit upcycled, tessuti rigenerati, collezioni senza sprechi e tecnologie digitali che riducono al minimo l’impatto ambientale.

Un appuntamento con l’innovazione che è anche un atto politico: educare alla sostenibilità significa dare forma a un nuovo futuro, in cui creatività e ambiente smettono di essere in conflitto e cominciano finalmente a parlarsi.