Il case history del Teatro Palladium e il Progetto Changes
Durante la presentazione di “Atlanti”, la stagione 2025/2026 degli spettacoli del Teatro Palladium, da un decennio gestito dall’Università di Roma Tre, la pro rettrice Annalisa Tota ha definito l’esperienza del Teatro “l’essenza stessa della terza missione”: è proprio infatti in questo universo che si muove fra didattica, spettacolo e territorio che si inserisce l’obiettivo di affiancare alla ricerca e alla didattica il compito di restituire il sapere, trasformandolo in un bene condiviso, capace di generare impatto culturale, sociale e ambientale.
Il Teatro Palladium infatti, costituito nella Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, rappresenta un’importante occasione di formazione e approfondimento per gli studenti dei corsi DAMS. Nel Palladium la produzione artistica nei settori del teatro, della musica, del cinema e degli audiovisivi si svolge in rapporto con le discipline coltivate nei dipartimenti dell’Università (in particolare con quello di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo), sia con le attività che impegnano direttamente gli studenti.
La Terza Missione e il progetto Changes
Il progetto Changes, partenariato nazionale finanziato dal PNRR che mira a creare un ecosistema per la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico nel campo del patrimonio culturale, rappresenta uno dei laboratori più interessanti di questa visione: un percorso che intreccia ricerca, creatività e cittadinanza attiva, e che nasce con l’obiettivo di ripensare il ruolo dell’università come motore di trasformazione culturale. Changes non è un semplice progetto accademico, ma un vero e proprio ecosistema di pratiche: un luogo d’incontro tra mondo della conoscenza e tessuto urbano, tra studenti, docenti, artisti, imprese, istituzioni e cittadini.
Al centro c’è l’idea che il sapere, per essere vitale, debba uscire dalle aule e dalle biblioteche, per tornare nei quartieri, nei centri culturali, negli spazi pubblici. È lì che la conoscenza può farsi strumento di cittadinanza, innovazione e democrazia. La “terza missione” diventa allora un terreno di sperimentazione etica e civile, in cui l’università non trasmette soltanto competenze, ma costruisce connessioni: tra discipline e persone, tra passato e futuro, tra locale e globale.
Il progetto Changes, nelle sue articolazioni, mette in dialogo arti visive, comunicazione, ricerca sociale e rigenerazione urbana. In questa prospettiva, l’università diventa partner attivo della divulgazione culturale, contribuendo alla costruzione di nuovi linguaggi per leggere i cambiamenti contemporanei: dalle trasformazioni ambientali alle migrazioni, dalle nuove forme di partecipazione civica al rapporto tra tecnologia e cultura umanistica.