Il turismo sostenibile riscopre territori dimenticati: quando il wedding diventa green

Può un matrimonio in grande stile essere anche sostenibile? La risposta è sì. Perché la nuova frontiera del turismo esperienziale e del wedding non è solo lusso ed eleganza, ma anche sostenibilità e valorizzazione dei territori meno noti. La crescita del mercato dei destination wedding – stimato da 36,22 miliardi di dollari nel 2024 a 47,69 miliardi di dollari nel 2025, secondo la stima del Convention Bureau Italia – include anche un fenomeno parallelo che vede coppie e operatori cercare sempre più location autentiche, sostenibili e meno battute, contribuendo a far rivivere borghi, ville e territori che rischiavano di essere dimenticati.

Secondo le recenti ricerche pubblicate da UNWTO e Green Destinations, il turismo sostenibile non solo riduce l’impatto ambientale, ma favorisce la rigenerazione di aree rurali e borghi storici, creando opportunità economiche locali e valorizzando il patrimonio culturale. Questo si integra perfettamente con il wedding tourism, che ha la capacità di far scoprire luoghi poco noti attraverso eventi esperienziali, workshop e matrimoni personalizzati.

«L’Italia è un palcoscenico naturale di bellezza, arte e accoglienza – spiega Roberta Torresan, fondatrice di Wedding Planners Pro e autrice del libro How to Plan a Destination Wedding in Italy – e ila compito di noi wedding planner è quello di valorizzarlo in modo consapevole, formando professionisti che sappiano coniugare eleganza, esperienza e sostenibilità».

Il 28 e il 29 novembre, infatti, avrà luogo la quinta edizione del Meet Up Wedding Planners Pro, ideato proprio da Torresan, che conferma questa tendenza, riunendo professionisti del matrimonio, dell’hospitality e del turismo esperienziale per due giornate di formazione, networking e ispirazione.

Non solo, il turismo sostenibile nelle aree rurali o interne (le cosiddette “aree arcaiche” o territori interni) è supportato da strategie e fondi europei: il rapporto “Sustainable Rural Tourism” dell’Unione Europea del 2025 evidenzia come le regioni meno visitate stiano diventando prioritarie per la transizione verde e digitale nel turismo.

È il caso di dire che quando un matrimonio è “green” non significa solo fiori riciclati o mise en place eco friendly, piuttosto saper scegliere location autentiche, valorizzare comunità locali, ridurre sprechi, promuovere mobilità dolce, e far sì che un evento diventi occasione di rinascita per un territorio.

«Con la sua storia, la sua bellezza diffusa e una rete di borghi e ambienti da riscoprire – aggiunge Torresan – il nostro Paese ha davanti a sé una grande opportunità: quella di trasformare il turismo del matrimonio in un volano etico, ambientale e sociale».