loading


Allo Zing di Var Group si parla di AI, di responsabilità, coraggio, etica, evoluzione ma sopratutto di nuovi modelli organizzativi. A portare il tema sul tavolo è Francesca Moriani, Ceo del gruppo, campionessa sportiva, imprenditrice a capo di una azienda, Var Group, che vanta un fatturato di 823 milioni di euro e un organico di oltre 3850 persone con attività in ben 13 paesi tra cui tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, India e Brasile. L’organizzazione aziendale per Moriani è oggi un case study da raccontare, un percorso sviluppato in azienda, che ha visto radicalmente cambiati tutti i paradigmi classici della leadership in un percorso evolutivo alla ricerca del benessere e dell’eccellenza.

Marco del Bene: Da dove è nata l’idea di svilppare all’interno di una grande aziende come Var Group un processo di leadership distribuita, una evoluzione nell’organizzazione aziendale che rivoluziona il radicalismo delle linee di comando proponendo, di fatto, un nuovo sistema.

Francesca Moriani: L’idea di trasformare Var Group in un’organizzazione aperta è nata per due motivi. I clienti, il mercato. Il mercato ci stava richiedendo a un gran voce di avere un’organizzazione flessibile, veloce e in grado di rispondere alle loro necessità di business. Nonostante le dimensioni, grandi competenze verticali, ma capacità di integrarsi per dare queste risposte velocemente. La seconda, e sinceramente per me più importante, è il benessere delle persone. Var Group è cresciuta tantissimo dal 2019 – 2020 attraverso acquisizioni. Questo aveva portato ad un caos organizzativo e nel caos organizzativo le persone non stavano bene, stavano iniziando a soffrire, ad avere tante tensioni, tanti conflitti interni. Quindi l’idea di investire in questa trasformazione organizzativa deriva proprio per far stare bene le persone, renderle libere di agire e lavorare con benessere e senza quelle tensioni che ci portiamo dietro  e che creano persone all’interno delle aziende non incentivate nel raggiungimento degli obiettivi,  e il business, quindi dare le risposte ai clienti per aiutare il sistema paese nell’evoluzione digitale.  

MDB: Bisogna avere il caos dentro di sé per creare una stella danzante. Questo diceva Nietzsche e da questo caos è nata una grande evoluzione. Se lei potesse dare tre suggerimenti al leader, all’imprenditore di una piccola e media azienda  per fare questa evoluzione, quali sarebbero questi tre suggerimenti? 

Francesca Moriani: Sicuramente il primo è trasparenza. Purtroppo siamo abituati che leader o capo o padrone o imprenditore o amministratore, chiamatelo come volete, ha delle informazioni riservate che non può divulgare. Non c’è cosa di più sbagliato. Se vogliamo veramente le persone a bordo e tutti proiettati verso un obiettivo comune,  le informazioni, tutte devono essere trasparenti. Il secondo è il coraggio. Il coraggio di perdere potere. Andare verso un’organizzazione aperta, diffondere la responsabilità,  significa perdere il potere ma quello che in realtà crediamo di avere, quindi il potere di poter decidere sulla vita degli altri. Quella cosa lì non esiste più. Dobbiamo avere il coraggio di trasformare il nostro potere, quindi potere decisionale nelle mani delle persone e noi leader, avere la capacità di creare le condizioni all’interno dell’azienda,  facilitare l’organizzazione affinché le persone possano esprimersi liberamente. Questo è il più grande potere che noi abbiamo. Non gestire le persone ma prendersi cura delle persone. E il terzo consiglio è quello di fare chiarezza organizzativa. Tante volte, e io mi ci metto per prima perché l’ho passato anch’io, noi pensiamo che l’azienda funzioni in un modo ma poi l’azienda funziona in un’altra. Noi pensiamo di sapere i processi ma le persone aggirano i processi per far succedere le cose perché quel processo è sbagliato. Allora, chiarezza organizzativa. Cerchiamo di chiarire alle persone qual è il ruolo all’interno dell’azienda, cosa si può decidere, cosa non si può decidere. Noi abbiamo di recente annunciato la nostra Costituzione organizzativa. Una Costituzione a cui tutte le persone devono rispondere, come la Costituzione del nostro Stato, dell’Italia, e che regolamenta il comportamento all’interno di Var Group. 

MDB: Ultima domanda su questo grandissimo evento Zing,  che ha annunciato che si sta trasformando da evento nazionale a evento internazionale. Peraltro un evento che ha dentro in sé anche una parte dedicata all’arte contemporanea. Quindi la domanda è composta da due punti. Uno, cosa prevede per l’evento internazionale e se continuerà a accompagnare Zing internazionale con i progetti d’arte. 

Francesca Moriani: Zing non si trasforma da nazionale a internazionale. Zing diventa locale a livello internazionale, che è una grande differenza. Essere internazionali va bene, perché la dimensione, avere la capacità di ascoltare più nazioni, più punti di vista è importantissimo,  ma non dobbiamo mai perdere la localizzazione. Perché ogni country, ogni paese ha il proprio tessuto industriale,  la propria cultura, la propria lingua, la propria normativa, la propria fiscalità. Ha un sacco di cose che lo differenziano dagli altri. Allora quello che vuole fare Zing non è un evento unico a livello internazionale, ma tanti eventi che toccano le varie country, che avranno sicuramente delle cose in comune, come ad esempio l’hackaton e sicuramente il progetto di Var Digital Art. Perché mettere insieme arte digitale e imprenditoria e lavoro in azienda è fondamentale per stimolare la creatività nelle persone, ma questi sicuramente saranno due elementi che accompagneranno Zing nelle varie localizzazioni. Non un evento, tanti eventi locali.