Anne-Cécile Surga al Palazzo delle Stelline di Milano tra materia, neurodiversità e responsabilità ambientale

Teste di marmo che trattengono un grido, gabbie metalliche che custodiscono pensieri, roseti d’acciaio che fioriscono di denti e memoria. Fino al 4 novembre 2025, le sale dell’Institut français Milano, al Palazzo delle Stelline, accolgono Tremori sotto la pelle – Sous la peau le tremblement di Anne-Cécile Surga, un viaggio scultoreo nel corpo, nella mente e nella materia, curato da Julia Rajacic.

La mostra nasce come un diario di una diagnosi tardiva: l’artista francese, classe 1987, racconta attraverso la scultura la scoperta della propria neurodivergenza, trasformando il dolore in linguaggio estetico e gesto poetico. Ogni opera diventa una soglia percettiva, un frammento di un percorso di riconciliazione tra interiorità e mondo esterno, tra vulnerabilità e forza creativa.

Dopo oltre un decennio di lavoro sul marmo — materiale simbolo di resistenza e memoria — Surga apre una nuova fase della sua ricerca, introducendo il metallo come elemento rigenerativo. Il dialogo fra materia organica e struttura industriale diventa il luogo della trasformazione: la pelle e la pietra, il tremore e la rinascita.

Tra le serie esposte, Black Holes traduce in forme compatte e levigate il silenzio interiore, mentre Cage of Thoughts — realizzata durante la residenza al Centro Internazionale di Scultura di Peccia — sospende blocchi di marmo all’interno di gabbie metalliche, a rappresentare una mente che si dibatte fra caos e controllo. La svolta arriva con Mauvaise graine: rovi e rose di acciaio che germogliano da un dolore trasmutato, con pistilli-denti in resina e polvere di marmo, tracce fisiche di un passato riappropriato.

Ma Tremori sotto la pelle non è soltanto introspezione: è anche un modello di sostenibilità artistica. Ogni elemento dell’esposizione — dalla scelta dei materiali al design degli allestimenti — risponde a una precisa logica ecologica. Le opere sono realizzate con blocchi di marmo recuperati, scarti di lavorazione e polveri riutilizzate; le strutture scenografiche provengono da mostre precedenti, riconvertite con materiali riciclabili come cartone e legno di recupero. Tutta la produzione è stata concentrata in Italia, nel laboratorio di Lecco, per ridurre le emissioni legate ai trasporti.

A sostenere questa visione, la collaborazione con Jardino, agenzia creativa eco-responsabile, che insieme alla curatrice Rajacic ha trasformato la mostra in un dispositivo di consapevolezza ambientale, capace di rendere la sostenibilità parte integrante del linguaggio artistico.

Parallelamente, Tremori sotto la pelle è un esperimento di inclusione sensoriale e accessibilità. L’allestimento prevede fasce orarie “calme”, studiate per il pubblico neurodivergente, e un accompagnamento curato da psicologi e mediatori specializzati. Stimoli visivi, olfattivi e sonori sono modulati per restituire al visitatore l’esperienza percettiva dell’artista, invitando a vivere l’arte come uno spazio di empatia e ascolto profondo.

Nel suo insieme, la mostra diventa un manifesto di sostenibilità umana e ambientale, dove il gesto artistico coincide con un atto etico. In un tempo in cui l’arte rischia spesso di consumare più che restituire, Anne-Cécile Surga sceglie la via opposta: creare per rigenerare, riciclare per guarire, esporre per condividere.

Tremori sotto la pelle è così il racconto di un equilibrio possibile — tra arte e natura, corpo e coscienza — e la prova che la sostenibilità può essere, prima di tutto, un atto di verità verso sé stessi e verso il mondo che ci ospita.