Il premio cinematografico della stampa estera introduce il “Globo Verde”, dedicato alle opere che affrontano il cambiamento climatico e l’impegno ambientale. Una svolta culturale che mette la sostenibilità al centro della narrazione audiovisiva

Un segnale forte e simbolico arriva dalla 65ª edizione del Globo d’Oro, il prestigioso premio cinematografico assegnato dall’Associazione della Stampa Estera in Italia: tra le statuette consegnate nella cornice istituzionale della Sala della Protomoteca in Campidoglio, per la prima volta brilla anche il Globo Verde, riconoscimento dedicato alle opere che affrontano in maniera originale e sensibile i temi ambientali.

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A vincerlo è stato Come se non ci fosse un domani di Riccardo Cremona e Matteo Keffer, documentario che racconta l’attivismo delle giovani generazioni sul fronte climatico. Un’opera che non si limita alla denuncia, ma propone una narrazione emotiva e costruttiva del rapporto fra uomo e natura, mettendo al centro l’urgenza e la speranza.

Il Globo Verde nasce come risposta diretta alla trasformazione in atto nel mondo del cinema, sempre più attento a restituire una rappresentazione consapevole dell’emergenza ecologica. “Abbiamo sentito il bisogno – hanno spiegato le organizzatrici Francesca Biliotti e Constanze Templin – di creare uno spazio per le opere che indagano il nostro rapporto con il pianeta, in linea con l’urgenza dei tempi”.

Un’idea, quella del Globo Verde, che riconosce l’importanza del linguaggio cinematografico come strumento di sensibilizzazione, formazione e azione. E che mette in evidenza come anche il cinema italiano (e chi lo racconta da fuori) sia pronto a fare la sua parte nella costruzione di una nuova coscienza ambientale.

Nel complesso, questa 65ª edizione del Globo d’Oro ha ribadito il valore del cinema non solo come intrattenimento, ma come veicolo etico e culturale, capace di riflettere e influenzare il cambiamento. A testimoniarlo, oltre al Globo Verde, anche la scelta di assegnare i riconoscimenti a opere fortemente connotate sul piano civile: Il mestiere di vivere sul pensiero di Pavese, Il Nibbio di Alessandro Tonda sul sacrificio di Nicola Calipari, e L’arte della gioia di Valeria Golino, racconto potente e libero di una società in trasformazione.

Il messaggio è chiaro: senza una cultura green, non ci sarà alcun futuro possibile. Ma con l’arte, la consapevolezza può diventare azione.