Edicole in crisi? A Cesena diventano punti di assistenza al cittadino

Le edicole sono in crisi da più di un decennio. L’attenzione dei lettori si sta spostando sempre più sui contenuti web e il risultato è che a leggere i quotidiani su carta stampata, siano sempre meno persone.

Le rivendite piano piano si stanno trasformando in luoghi in cui è possibile acquistare di tutto: occhiali da vista, biglietti gratta e vinci, giocattoli, libri. Ma sono sempre di più quelle non ce la fanno.

Negli ultimi 15 anni hanno chiuso oltre 13 mila edicole, un terzo del totale, riducendo a soli 28 mila i chioschi e le rivendite di giornali. A Milano, solo nel 2017, hanno chiuso 36 edicole; a Roma 45, a Napoli 19. Si calcola che le rivendite “pure”, ossia togliendo tabaccherie, supermercati, autogrill e tutte le attività che sono abilitate a vendere giornali, siano rimaste 18 mila in tutta Italia. Di queste si stima che, da qui a tre anni, altre 10 mila rischieranno la chiusura.

Un problema di occupazione, di tutela della libertà di informazione, ma anche sociale: una piazza senza un’edicola aperta e delle persone a commentare le notizie del giorno, è comunque una piazza più povera, senza un punto di riferimento.

Una proposta interessante arriva da Cesena, dove le edicole potranno trasformarsi in infopoint turistici, attrezzati per accogliere i visitatori.

L’iniziativa è frutto di un accordo tra il Comune di Cesena e la Federazione Nazionale Giornalai e consente ai rivenditori di offrire servizi diversi da quelli consueti, come fornire informazioni ai turisti, vendere biglietti di musei o di iniziative culturali.

Tutto avverrà tramite avviso pubblico. Gli edicolanti dovranno obbligatoriamente frequentare un corso di formazione, con visite guidate in città e sostenere un esame finale.

In cambio, potranno beneficiare dell’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico. Un significativo aiuto a differenziare l’offerta e a rendere sostenibile economicamente l’attività.

La sperimentazione è sostenuta anche da un accordo nazionale tra la Federazione degli Editori (FIEG) e l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI), per favorire l’allargamento delle attività di vendita al pubblico, includendo anche la possibilità di offrire servizi di intermediazione tra amministrazione locale e cittadino: prestazioni sanitarie, spedizione e consegna pacchi, servizi a domicilio ecc.

Se la sperimentazione andrà in porto, l’edicola sotto casa potrà trasformarsi in un centro di servizi al cittadini: dai certificati anagrafici, al pagamento delle multe.

Le esperienze e i modelli di riferimento non mancano. In altri paesi, come ad esempio in Francia, i chioschi sono utilizzati da tempo per offrire servizi di facilitazione al quartiere, punti di riferimento e di fiducia cui rivolgersi per risolvere praticamente qualsiasi problema, trovando servizi e professionalità per qualunque cosa, anche per riparare un rubinetto di casa.