La storia dei “gatti felici di Lipari”: un’oasi felina molto speciale

A Lipari, tra le stradine bianche del centro storico, c’è un luogo speciale e diverso da tutti gli altri: un’oasi felina, o gattile se vogliamo chiamarlo così, che è nato grazie alla volontà e all’altruismo di un gruppo di volontarie e soprattutto grazie alla testardaggine di Norma Chiarelli, romana di origine ma liparese d’adozione.

Norma non ha girato la testa di fronte alla sofferenza, quella di una manciata di micetti malconci che la guardavano da un cancello semichiuso: ha deciso di aprire quel cancello e di fare il possibile per aiutarli. Dopo 12 anni, quel cancello di legno è diventato l’Oasi felina “I gatti felici di Lipari”, affiliata all’ENPA, e un gruppo di donne coraggiose la porta avanti, nell’indifferenza delle istituzioni ma con il sostegno della comunità (con qualche eccezione) e soprattutto fra l’ammirazione e l’affetto dei tanti turisti che percorrono le strade dell’isola. “I gatti felici di Lipari” sono diventati un’attrazione turistica segnalata sulla Lonely Planet, la guida più famosa del mondo: e i visitatori si sono moltiplicati.

La strada non è stata semplice né immediata: ci sono voluti 10 anni, ci ha raccontato Norma, solo per ripulire la zona, che era un ex agrumeto comunale trasformato in discarica. Con tempo e fatica, grazie alle donazioni e al tantissimo impegno profuso da Norma, da Lucia, da Tina e dalle altre volontarie che si impegnano anima e corpo ogni giorno, quello che era un luogo abbandonato è diventato l’Oasi dei gatti abbandonati e maltrattati di Lipari.

Sono tanti i gattini che vengono abbandonati davanti al cancello, ma anche quelli che Norma e le altre volontarie salvano da condizioni di difficoltà, maltrattamenti, solitudine e malattie: al momento “I gatti felici di Lipari” ospita circa 45 gatti adulti e 15 cuccioli. Il fine ultimo dell’attività delle volontarie è l’adozione, anche tramite staffetta, per fare in modo che ogni gattino riesca a trovare una casa e una famiglia. Ma è anche curarli, aiutarli, farli stare bene: in una parola, renderli appunto “felici”.

Da questa incredibile storia è nato anche un libro, che si chiama proprio così, “I gatti felici di Lipari”, che è stato scritto dalla professoressa Tina Squaddara durante il lockdown: racconti solidali è il sottotitolo e ognuna delle 14 storie restituisce un pezzo di vita insieme ai gatti, storie felici ma anche tristi, piene di coraggio e di empatia per la sofferenza di tutti gli esseri viventi.

Il messaggio dietro la storia di Norma e dell’Oasi dei gatti felici di Lipari è semplice ed immediato nella sua potenza: si può fare, è possibile darsi da fare per alleviare la sofferenza altrui, è possibile lottare per avere un mondo migliore e lo è anche senza appoggi dall’esterno, se non quelli di chi condivide la nostra missione. Undici anni fa l’Oasi era una discarica abusiva e niente di tutto questo esisteva: oggi è un luogo ameno, visitato dai turisti, che ha attirato anche le telecamere di La7 (è stato protagonista di un servizio di “Eden”, il programma di Licia Colò) e che salva e accudisce centinaia di gatti l’anno. Si può fare, basta volerlo.

Come aiutare “I Gatti felici di Lipari”? Acquistando il libro, il cui ricavato verrà devoluto alle attività del gattile, ma anche seguendo le loro attività sulla pagina Facebook dedicata (https://www.facebook.com/Igattifelicidilipari/?ref=page_internal) per poter contribuire quando ce n’è bisogno.