L’emergenza sanitaria non è l’unica da affrontare. La crisi climatica continua a imperversare e fenomeni come siccità e alluvioni mettono a dura prova, anche nel nostro paese, la risorsa più importante: l’acqua. A raccontare le migliori esperienze di gestione idrica e adattamento al cambiamento climatico ci pensa il webdoc ‘Adaptation’, un progetto di ‘constructive journalism’, da oggi navigabile online. La prima puntata italiana affronta il caso emiliano-romagnolo mettendo in evidenza le tante eccellenze amministrative, industriali, scientifiche e civiche grazie alle quali questa regione si sta adattando a una delle sfide più decisive del nostro tempo: la crisi idrica.  

Cruciale il ruolo del Gruppo Hera, secondo operatore a livello nazionale nel settore idrico, che ha aperto le proprie porte alla squadra di Adaptation per raccontare progetti, impianti, tecnologie e interventi che rendono vincente la loro esperienza. Un servizio spesso invisibile ma fondamentale per preservare una risorsa così preziosa e renderla disponibile ogni giorno a oltre 3,5 milioni di persone. Fin dalla sua nascita, e anticipando così gli scenari odierni, il Gruppo Hera ha infatti investito più di 100 milioni di euro all’anno in questo delicato settore, riuscendo a mettere in sicurezza il servizio idrico integrato e a garantirne la continuità anche in situazioni particolarmente critiche.  

Tutto questo passa attraverso un modello di business resiliente e un forte radicamento territoriale, che invita cittadini e imprese all’uso responsabile e sostenibile della risorsa e nell’ambito del quale è proprio Hera, per prima, a dare l’esempio, con una politica di costante e progressiva contrazione dei consumi idrici delle proprie attività. Fra lunghe sequenze di immagini immersive e le voci dei professionisti che ogni giorno fanno la differenza sul campo, sono davvero tanti gli aspetti esplorati da Adaptation, a partire dal tema dell’acqua potabile.  

Come emerge dal racconto, Hera ne garantisce non soltanto la qualità, attraverso impianti di potabilizzazione e laboratori di analisi assolutamente all’avanguardia, ma anche e soprattutto la disponibilità, attraverso un sistema di acquedotti vasti e interconnessi sempre più sensibili, gestiti anche da remoto attraverso il proprio centro di telecontrollo, unico in Europa, e ulteriormente monitorati da tecnologie avanzate, come quelle satellitari, per la ricerca e la costante riduzione delle perdite idriche. 

Un’altra fondamentale sfida è quella relativa alle acque reflue, che vengono trattate dalla multiutility nei depuratori secondo tecniche e tecnologie diverse, biologiche e meccaniche, affinché sia possibile restituirla all’ambiente in una forma compatibile con ulteriori usi umani, ma anche con gli ecosistemi e la loro biodiversità, perseguendo così la piena circolarità nella gestione della risorsa.  

Tra le eccellenze del comparto fognario-depurativo al centro di Adaptation, in particolare, il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini, il più grande intervento di risanamento fognario realizzato in Italia negli ultimi vent’anni, con l’obiettivo di eliminare gli sversamenti a mare e proteggere così, al tempo stesso, l’ambiente e la spiccata vocazione turistica dell’economia locale. 

“Di fronte al cambiamento climatico non abbiamo bisogno di catastrofismi ma di risposte resilienti ed esempi concreti – commenta Stefano Venier, amministratore delegato del Gruppo Hera – e per questo abbiamo apprezzato l’approccio del progetto Adaptation e deciso di fornire tutta la nostra collaborazione”.  

“Aprire le porte dei nostri impianti è stato quindi un piacere e anche motivo di orgoglio, perché il modo in cui ogni giorno gestiamo la risorsa idrica è frutto non soltanto di investimenti, pianificazione e ricerca ma anche di tanto impegno, lo stesso che ci auguriamo possa animare un dibattito pubblico che deve assolutamente tornare a mettere al centro, con serietà e senza scorciatoie, il tema del cambiamento climatico e delle strategie necessarie ad affrontarne e mitigarne gli effetti” conclude Venier.