Nonostante i notevoli sforzi intrapresi, in tutto il territorio dell’Unione Europea la biodiversità continua ad essere protagonista di un rapido declino: lo rileva indicarlo il nuovo report “State of nature in the Eu” pubblicato oggi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente che include risultati allarmanti sulla perdita di specie e conferma che la tendenza al declino sta accelerando rispetto all’ultima valutazione di cinque anni fa. 

I numeri. Secondo lo studio, l’81% degli habitat si trova in uno stato di conservazione inadeguato (“poor”) o sfavorevole (“bad”) a livello europeo, con più di 1 habitat su 3 che continua a deteriorarsi. Per le specie, oltre il 60% si trova in uno stato inadeguato o sfavorevole e solo il 6% mostra tendenze al miglioramento, mentre un terzo continua a deteriorarsi. Le specie ittiche sono quelle che stanno peggio di tutte: il 38% si trova in “cattivo” stato di conservazione, mentre il 50% dei pesci e degli anfibi sono in declino. 

Secondo il report, agricoltura e silvicoltura insostenibili, espansione urbana e inquinamento sono i fenomeni che stanno causando il drastico declino della biodiversità in Europa e con questi risultati diventa sempre più difficile raggiungere gli obiettivi chiave della strategia per la biodiversità per il 2020.  

Con la sua valutazione, l’Agenzia lancia un appello urgente agli Stati membri affinché intensifichino la loro azione per attuare le leggi sulla natura e i regolamenti ambientali esistenti nell’Ue, compresa la disponibilità di sufficienti risorse finanziarie e umane per garantire un’efficace protezione della natura. A livello di Unione Europea, l’Aea chiede che vengano intrapresi enormi sforzi per affrontare i fattori che sono alla base della perdita della natura, trasformando la Politica agricola comune (Pa) e la Politica comune della pesca (Pcp) dell’Ue in strumenti efficaci per la protezione della biodiversità. 

Il commento del Wwf. Per Sabien Leemans, Senior Policy Officer per la biodiversità presso l’Ufficio Politico Europeo del Wwf, il rapporto “evidenzia quanto sia diventata urgente un’azione per salvare ciò che resta della natura europea. Dopo il mancato rispetto della scadenza del 2020, la Commissione ha recentemente presentato la sua strategia per la biodiversità 2030, con obiettivi ambiziosi per la conservazione e il ripristino della natura. Questa strategia potrebbe essere una vera e propria svolta, ma solo se gli Stati membri la sosterranno e si concentreranno sulla piena e rapida attuazione delle misure necessarie”.  

D’altra parte il report non rappresenta una sorpresa: “conosciamo gli effetti devastanti dell’agricoltura industriale e della silvicoltura insostenibile ormai da molto tempo”, aggiunge Jabier Ruiz, Senior Policy Officer per l’agricoltura presso l’Ufficio Politico Europeo del Wwf ricordando la strategia Ue Farm to Fork e i suoi obiettivi, importanti ma non sufficienti: “gli eurodeputati, che voteranno il futuro della Pac questa settimana, devono fermare i sussidi dannosi e utilizzare quei soldi per premiare gli agricoltori che adottano pratiche davvero rispettose del clima e della natura”. 

In particolare, sottolinea Alexandre Cornet, Ocean Policy Officer dell’Ufficio Politico Europeo del Wwf, “è necessario che l’Ue e i suoi Stati membri garantiscano una protezione efficace per almeno il 30% dei nostri mari, un obiettivo la cui importanza per il ripristino della natura è riconosciuta dalla Strategia per la Biodiversità”. 

La prossima settimana, ricorda Isabella Pratesi, direttore Conservazione di Wwf Italia, “a livello di Ue saranno prese una serie di decisioni critiche. I ministri dell’Ue e il Parlamento europeo, che decideranno sul futuro della Pac e sulla Strategia sulla biodiversità dell’Ue per il 2030, devono dimostrare di essere all’altezza della sfida globale che ci attende, dalla quale dipende la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta”.