Donna, over 55, residente nel Triveneto. Se esistesse un identikit dell’italiano modello per quanto riguarda la raccolta differenziata del vetro, le sue caratteristiche sarebbero queste. Per lo meno stando a quanto emerge dallo studio commissionato da Coreve, il Consorzio per recupero del vetro, e condotto da AstraRicerche. Una fotografia che ritrae una situazione di luci abbaglianti e qualche ombra: il 99,1% dei 1009 intervistati tra i 18 e i 70 anni, infatti, afferma di differenziare i rifiuti domestici e l’84,3% conferma di farlo regolarmente. 

Fotografia simile, per quanto riguarda il vetro, con il 90,2% degli italiani consapevole della possibilità di riciclarlo per dare vita a nuove bottiglie e vasetti. Una percentuale che scende al 79% se si considera la fascia 18-24 anni e che sale addirittura al 97% nel Triveneto. I problemi, tuttavia, emergono quando si guarda alla qualità della raccolta differenziata del vetro. Il 39,6% degli intervistati, infatti, sottovaluta il danno che la presenza di materiali estranei può rappresentare per l’intera raccolta. 

Secondo il 56,1% degli italiani, si tratta solo di un lavoro extra per gli operatori delle società di gestione, mentre per l’11% le impurità determinerebbero solo un prodotto riciclato dal vetro più scuro. Ancora confusione sulla questione dei sacchetti di plastica, che troppo spesso finiscono nei contenitori del vetro insieme a bottiglie e vasetti. Un italiano su due non è – consapevole del fatto che questa abitudine comprometta seriamente la possibilità di riciclare correttamente il materiale raccolto, 1 su 4 è convinto che questo errore sia tollerato, mentre il 24% pensa che questa pratica sia addirittura consigliata.  

Un problema di informazione, dunque, ma anche di attenzione. Se è vero infatti che l’88% conferisce correttamente bottiglie e barattoli di vetro, è anche vero che il 38,3% ammette di commettere qualche errore ogni tanto. Le più attente sono le donne, mentre il 46% degli uomini e il 58,6% dei giovani d’età compresa tra i 14 e i 24 anni commettono più facilmente errori. Un problema di prospettiva, quest’ultimo, soprattutto se si considera che la Generazione Z rappresenta l’11% della popolazione. 

“Negli ultimi 20 anni – sottolinea il presidente di Coreve, Gianni Scotti – gli italiani hanno ben compreso quali sono i benefici ambientali, economici e sociali della raccolta differenziata del vetro e sono riusciti a migliorare i risultati di raccolta in modo significativo e costante. Ma i margini di miglioramento ulteriore ci sono sempre ed è su questo che, come Coreve, lavoriamo quotidianamente, adattando i nostri messaggi e le nostre campagne informative, modulandole per raggiungere in maniera efficace i diversi pubblici di riferimento. Il contributo che ciascuno di noi può dare per fare un salto di qualità è essenziale ed ecco perché non si può prescindere da una formazione puntuale”.  

“Continuiamo a compromettere il 10,6% circa del vetro che raccogliamo – aggiunge il presidente – a causa della presenza di materiali inquinanti, i cosiddetti falsi amici del vetro. Nel 23,4% dei casi si tratta di oggetti in cristallo, nel 22,8% di lenti di occhiali e nel 17% dei casi di lampadine. Tutti materiali che, alla fine del ciclo del riciclo, ci obbligano a rinunciare a circa 200mila tonnellate di rottame di vetro pronto a dare vita a nuovi imballaggi. Una perdita pari a 48 milioni di euro circa per le amministrazioni locali e dunque per gli stessi cittadini. Ma anche un danno per l’ambiente, visto che ogni tonnellata di vetro riciclato permette di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera di circa 674 chilogrammi. Ecco perché sono la conoscenza e l’impegno di ciascuno di noi a poter fare la differenza”.