I consumi in stand by dei dispositivi di ricarica per le auto elettriche potrebbero arrivare a pesare, senza l’avvento di nuove tecnologie ad alta efficienza, circa 300-350 GWh/anno, oltre il 3% al 2030 del fabbisogno di energia stimato per alimentare i 6 milioni di veicoli circolanti. E’ quanto rileva Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nello studio ‘Mercato e caratteristiche dei dispositivi di ricarica per veicoli elettrici’, nel quale ha analizzato 225 modelli di dispositivi di ricarica per le auto elettriche con potenze dai 2 kW ai 350 kW, prodotti da 24 aziende. 

Secondo l’analisi, circa 1 dispositivo su 3 consuma costantemente tra 20 e 30 W e l’80% dei dispositivi non consuma in stand by più di 30 W. Solo 1 dispositivo su 5 risulta avere consumi trascurabili (inferiori a 5 W). Se si considera che a ogni W di prelievo in stand by corrisponde un consumo energetico annuo pari a 8,76 kWh, l’installazione di 10.000 dispositivi di ricarica Slow o Quick (con un valore medio di consumo in stand-by di circa 12 W) comporterebbe oggi il superamento di 1 GWh di consumo annuo in stand by, mentre altrettanti dispositivi di tipo Fast o Ultra-Fast arriverebbero a consumare 5,25 GWh/anno. 

Di conseguenza, rileva l’Autorità, “coerentemente con gli scenari di diffusione dei veicoli elettrici presentati nel Pniec, laddove si sviluppasse una rete di ricarica privata-pubblica costituita da almeno 3 milioni di dispositivi di tipo Slow o Quick e circa 10mila di tipo Fast e Ultra-Fast, i consumi di stand by potrebbero arrivare a pesare, senza l’avvento di nuove tecnologie ad alta efficienza, circa 300-350 GWh/anno, rappresentando dunque al 2030 oltre il 3% del fabbisogno di energia stimato per alimentare i 6 milioni di veicoli circolanti”.