Vittima di cambiamenti climatici sempre più sfavorevoli, che determinano una progressiva riduzione dell’acqua disponibile nel suolo e una continua erosione dei terreni, l’Italia è un paese a rischio desertificazione e siccità, principalmente nelle zone del meridione e nelle isole. Tra le attività più colpite da questa situazione vi è indubbiamente l’agricoltura, settore produttivo di riferimento per l’economia del nostro paese. Per questo Finish, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla Desertificazione e alla Siccità che si celebra il 17 giugno, in collaborazione con Future Food Institute, rinnova l’ impegno al fianco dell’agricoltura nell’ambito del progetto ‘Acqua nelle nostre mani’.  

L’iniziativa, nata nel 2019, ha l’obiettivo, spiega Ludovica Codecasa, head of purpose Council & External Affairs di Reckitt Benckiser, “da un lato, di continuare ad informare e a sensibilizzare le persone sul tema della scarsità dell’acqua e, dall’altro, di tutelare le eccellenze agroalimentari del territorio italiano”. 

In particolare, dopo gli interventi di rifunzionalizzazione idrica effettuati in Cilento (nel Comune di Pollica) nel 2020 a supporto del Pomodorino Giallo e di altre eccellenze agroalimentari locali, quest’anno le attività del brand si concentreranno nella Valle dell’Etna, in provincia di Catania, patria della coltivazione del Limone dell’Etna Igp.  

Qui, con il determinante sostegno dell’Associazione del Limone dell’Etna Igp e di Future Food Institute, centro di eccellenza italiano sui temi dell’innovazione agroalimentare, Finish si impegnerà in un nuovo intervento di salvaguardia dell’acqua, risorsa cruciale per la tutela del patrimonio agricolo italiano. “L’obiettivo sarà il risparmio di 100 milioni di litri di acqua contro i 75 mln di litri che abbiamo già raggiunto con il precedente progetto”.  

Inoltre, a supporto di queste coltivazioni e con l’obiettivo di individuare progetti imprenditoriali di valore basati sulla migliore tecnologia possibile per operare gli interventi previsti, Finish e Future Food Institute hanno sviluppato, nel periodo tra marzo e giugno, una Call for Startup: “Una sorta di gara tra le startup attive nello smart farming per rendere più efficienti le coltivazioni. L’innovazione tecnologica vincitrice avrà dunque l’opportunità di implementare concretamente sul territorio il proprio progetto con un finanziamento di 50mila euro da parte di Finish”.  

Quest’anno la challenge ha coinvolto oltre 15 aziende di tutta Italia con l’obiettivo di individuare la migliore tecnologia possibile per intervenire nel supporto alla coltivazione del Limone dell’Etna Igp. Il processo di analisi e valutazione, che ha visto coinvolta una variegata giuria di esperti, ha portato alla definizione di una shortlist di 5 startup, dalla quale è poi emerso il progetto migliore. Al primo posto, pertanto, si è classificata Smart Island, realtà della provincia di Caltanissetta, mentre sul podio sono salite altre due aziende del settore: Growa e Saba Technology.  

Smart Island è un’azienda di Niscemi (Cl), nata nel 2014, che celebra la propria passione per il territorio attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative capaci di rilevare i bisogni delle colture e fornendo agli operatori del settore agri-food un nuovo paradigma di approccio alla coltivazione basato su 3 assets fondamentali: profonda cultura del territorio, grande versatilità nel conoscere le condizioni ambientali specifiche e una maturità tecnologica in grado di gestire al meglio le risorse naturali.  

Nell’ambito dell’iniziativa di ‘Call For Startup’, Smart Island ha presentato un progetto che prevede l’implementazione della tecnologia Daiki: un robot di intelligenza e visione artificiale dotato di sensori di immagine e rilevamento di dati climatici e idrici grazie al quale è possibile prevenire lo sviluppo di malattie e monitorare il fabbisogno irriguo delle piante. Il progetto presentato da Smart Island sarà ora implementato e concretizzato in un agrumeto nel territorio della Valle dell’Etna. L’impegno del brand a tutela delle eccellenze agroalimentari italiane non si limiterà, però, ai progetti sviluppati negli ultimi due anni, ma vedrà una nuova concretizzazione nel corso del 2022.