Secondo il Rapporto sulle proteine vegetali della Commissione Europea, le alternative alla carne sono in crescita del 14% annuo e quelle ai latticini dell’11%. Un mercato promettente, quindi, ma dal quale potrebbero sparire diciture come ‘hamburger’ o bistecca’ quando si tratti di un prodotto vegetale.  

La prossima settimana, infatti, al Parlamento Europeo si voteranno, nell’ambito della Pac, le proposte di modifica al Regolamento che istituisce un’Organizzazione Comune dei Mercati (Ocm) dei prodotti agricoli. La relazione include un emendamento (165) che proibirebbe termini accettati e di uso comune come ‘hamburger vegetariano’ o ‘bistecca 100% vegetale’. Ciò, a oggi, per la Commissione Europea non costituisce un problema e non risulta ingannevole per i consumatori.  

L’emendamento (171) continuerebbe invece a limitare la denominazione delle alternative ai latticini e a vietare denominazioni come ‘stile yogurt’, ‘alternativa al formaggio’ o ‘sostituto del burro’ per descrivere i prodotti a base vegetale. Ciò accade in seguito ad un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea, per cui, ad esempio, in Italia si può usare il termine ‘bevanda vegetale’ e non ‘latte vegetale’.  

Per la Lav, entrambi gli emendamenti sono da bloccare se si vuole essere coerenti con la strategia Farm to Fork, che si pone l’obiettivo di creare sistemi alimentari più sostenibili e più salutari. “Facilitare al massimo la diffusione degli alimenti vegetali è un imperativo” fa sapere la Lav che invita i Parlamentari europei ad agire con coerenza e ad opporsi agli emendamenti 165 e 171.  

L’associazione, con il suo Manifesto “Non torniamo come prima”, chiede inoltre ai decisori istituzionali di spostare i finanziamenti pubblici dagli allevamenti verso la produzione di cibi vegetali, e si batte per incentivare la diffusione delle proteine vegetali portando l’Iva dal 22% al 4% anche delle bevande vegetali, così come è previsto per i ‘latti’ animali.