Nel Lazio, su 243 km di litorale sabbioso ci sono 3.217 concessioni di vario genere; tra queste, sono 654 quelle per stabilimenti balneari e 105 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici. La percentuale di costa sabbiosa occupata da stabilimenti, circoli e campeggi è del 40,6% sul totale, dato che pone la regione a metà della classifica di quelle costiere per percentuale di spiagge concesse, al settimo posto per occupazione del litorale, dietro a regioni meno virtuose tra le 15 costiere. 

Dal rapporto Spiagge 2020 di Legambiente emerge la situazione negativa del Lido di Ostia, tra i 10 peggiori comuni d’Italia per la maggior occupazione di spiagge in concessione, con i suoi 13 km di costa, 61 stabilimenti e ben oltre il 50% di spiaggia occupata. 

Il 50% è proprio la soglia che la legge regionale 8/2015, tra le migliori in Italia, impone a tutti i comuni. Oltre quella soglia nel Lazio ci sono 5 comuni ‘fuorilegge’: Roma (Ostia Lido) con il 51,19% di litorale concesso, San Felice Circeo al 50,26%, Terracina al 54,64%, Minturno al 55,11% e Sperlonga con il record negativo del 63,27%. 

“Nel Lazio c’è una buona norma che obbliga i Comuni a lasciare libera almeno la metà della spiaggia, va fatta però rispettare a Roma e da tutti i cinque comuni oltre il limite di legge dove la libera fruizione del mare diventa una chimera di fronte a una costa invasa da stabilimenti”, commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, “Alla ricerca di spiagge libere nel Lungomuro di Ostia” per raccontare la situazione del litorale di Roma. 

“Nei cinque comuni fuorilegge si calpesta il diritto sacrosanto delle persone di andare in spiaggia senza dover pagare – continua Scacchi – i piani comunali di utilizzazione degli arenili sono lo strumento che dovrebbe far rientrare nella giusta proporzione le spiagge libere e quelle concesse, ma la situazione sembra essere immobile o peggiorare i più punti della costa”. 

“Nel Lazio il 6,3% di costa sabbiosa non è balneabile per presenza di foci che scaricano reflui non depurati e nel rapporto, tra i casi peggiori si cita quello di Nettuno dove il torrente Loricina, il cui carico microbiologico di origine fecale viene denunciato da anni al passaggio di Goletta Verde, sfocia in mare all’altezza di Piazzale Giuseppe Impastato in una spiaggia piena di stabilimenti che proprio a causa di questo inquinamento, sono di tipo Elioterapico, come a dire ‘prendete il sole ma non bagnatevi’”, conclude Scacchi.