L’energia frigorifera e l’energia termica per la pastorizzazione e sterilizzazione del latte sono le principali voci del fabbisogno energetico per l’attività industriale di un grosso gruppo come Lactalis Italia, prima azienda in Italia per stabilimenti produttivi attraverso le sue aziende Galbani, Parmalat e Nuova Castelli. Per questo, il Gruppo ha messo in campo le migliori tecnologie presenti oggi sul mercato, che hanno permesso ai suoi siti di migliorare le rispettive performance.  

Due esempi fra tutti: le due fabbriche simbolo di Parmalat (Collecchio) e Galbani (Corteolona) hanno raggiunto nel 2020 un’autosufficienza energetica rispettivamente del 94% e del 90%, con conseguenti benefici anche in termini di riduzione di emissioni di CO2. 

“Siamo il Gruppo in Italia con il più alto numero di fabbriche e per questo avvertiamo ancora di più la responsabilità di perseguire il Goal 13 dell’Agenda 2030 attraverso un modello di business virtuoso e sostenibile che punta sull’innovazione e l’adozione di pratiche sempre più performanti e meno impattanti, per questo stiamo destinando i nostri investimenti e i nostri sforzi sempre più in questa direzione”, afferma Vittorio Fiore, direttore comunicazione, Public Affairs e responsabile Csr Lactalis in Italia. 

A permettere il miglioramento delle prestazioni sono tecnologie come i cogeneratori e i trigeneratori, che funzionano attraverso turbine e motori alimentati a gas naturale in grado di coprire l’intero fabbisogno di vapore e di autoproduzione di energia elettrica. Per fare due esempi: nel 2020 la produzione lorda di energia elettrica da cogenerazione nell’impianto di Collecchio è stata di oltre 45 milioni di kWh, equivalente a quanto possono consumare 35mila famiglie (da 4 persone per nucleo) in un anno; nel 2020 il cogeneratore installato nello stabilimento Centrale del Latte di Roma ha permesso, attraverso la diminuzione del consumo di metano, di evitare l’emissione di 822 tonnellate di Co2. 

Per quanto riguarda Galbani, invece, nel 2020 la produzione lorda di energia elettrica da cogenerazione nell’impianto di Corteolona è stata di oltre 54,5 milioni di kWh, mentre negli ultimi anni il consumo di energia si è ridotto progressivamente grazie ad alcuni interventi strutturali: si pensi ad esempio alla sostituzione delle apparecchiature nei sistemi di refrigerazione presso gli stabilimenti di Corteolona, Certosa e Casale Cremasco, che ha permesso di ridurre del 24% i consumi elettrici.