Chryso, gruppo francese del settore additivi nell’edilizia, ha implementato la tecnologia Icare per diminuire i costi di produzione e il fabbisogno energetico nella produzione del cemento, favorendo al contempo una netta riduzione delle emissioni di CO2. Un modo per supportare le aziende produttrici di cemento nel raggiungimento dei loro obbiettivi e prestare attenzione al mondo ‘green’ delle costruzioni. 

La tecnologia Icare, sviluppata dai ricercatori Chryso per aumentare la reattività del cemento, crea un effetto sinergico tra attivazione chimica e meccanica con l’obbiettivo finale di aumentare le resistenze a compressione dei cementi a breve e lunga stagionatura. Indipendentemente dal tipo di molino e di impianto, grazie a un miglior controllo nelle operazioni di trasporto del cemento durante le diverse fasi del processo, la tecnologia può superare i potenziali ‘colli di bottiglia’ che derivano da limiti intrinseci delle apparecchiature, agevolando in modo concreto le aziende a produrre cemento di alta qualità e riducendo al contempo i costi di produzione.  

L’aumento delle resistenze a compressione può essere convertito in una diminuzione dei punti clinker a favore di altri costituenti più ecosostenibili, garantendo una netta diminuzione dei costi energetici e di emissioni di CO2. 

“L’attenzione all’innovazione rappresenta una parte integrante del nostro Dna ed è per questo che abbiamo deciso di concentrarci sul tema sempre più attuale della sostenibilità nell’ambito delle costruzioni, implementando questa tecnologia disruptive – spiega Paolo Novello, Ceo di Chryso Italia – Icare è stata ideata per supportare i produttori di cemento nel raggiungimento dei loro obiettivi e collaborare con loro nell’implementazione degli ultimi progressi in materia di incremento delle resistenze meccaniche. Attraverso questa tecnologia il Gruppo continuerà ad aiutare le imprese nei loro incessanti sforzi di ridurre le emissioni di CO2 e i costi di produzione”.