“Bisogna ragionare su come viene costruita e calcolata la bolletta. Ogni Paese ha la sua ricetta. Va un po’ riscritto il metodo di calcolo, lo stiamo facendo in queste ore, stiamo lavorando”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ai microfoni di Radio Anch’io, Radio Uno, parlando del previsto aumento della bolletta elettrica. 

Sui rincari il ministro spiega: “Non è questione di parole ma di mercato: è sotto gli occhi di tutti che il gas sta aumentando in maniera costante, essendo la materia prima per produrre elettricità noi ne abbiamo un effetto importante sulla bolletta. Circa l’80% degli aumenti vengono dal gas. C’è da mitigare innanzitutto il trimestre che a fine mese chiude e avremo i numeri precisi ma sappiamo che l’aumento è importante. Questo succede un po’ in tutto il mondo, in tutta Europa. Siamo in compagnia perché è un mercato globale. C’è da mettere in piedi un intervento strutturale”.  

Sugli oneri di sistema? “Quello nell’immediato. La questione strutturale è diversa: bisogna ragionare su come viene costruita e calcolata la bolletta. Ogni Paese ha la sua ricetta. Va un po’ riscritto il metodo di calcolo, lo stiamo facendo in queste ore. Stiamo lavorando”, risponde il ministro. 

Sui processi autorizzativi per aumentare le rinnovabili “il decreto Semplificazioni ha fatto un lavoro enorme; noi stimiamo di scendere da 1.200 giorni, tempo medio di autorizzazione per un impianto, a circa un quinto – spiega – La vera cosa importante è accelerare il nostro processo di installazione delle rinnovabili così ci sganciamo il più rapidamente possibile dal costo del gas”. 

Quanto al nucleare “non ho cambiato nessuna idea” dopo l’incontro con Giuseppe Conte e i ministri M5s; “le cose sono nei termini in cui le ho dette – chiarisce – ho raccontato agli studenti di una scuola che in questo momento ci sono quattro Paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternativa che si chiamano reattori di quarta generazione, ho detto che non sono maturi. Probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti, sicuri e se hanno requisiti interessanti”.  

“Sarebbe importante capire se possono essere utilizzati”, dice.  

Per Cingolani, “dobbiamo guardare a tutte le tecnologie possibili per il futuro, il problema del cambiamento climatico c’è; guardiamo quello che fanno gli altri” in ogni caso “oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare: abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie e quelle nuove ora non ci sono”.