Sostenibilità, la strategia di Maire Tecnimont e il ruolo dell’idrogeno

Innovazione e sostenibilità. Sono queste le due strade da percorrere in parallelo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Lo sa bene Maire Tecnimont, multinazionale italiana attiva nei settori dell’ingegneria e in particolare dell’energia, che con la sua strategia di sostenibilità punta a guidare il cambiamento. “La nostra visione – spiega all’Adnkronos l’amministratore delegato del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem, Pierroberto Folgiero – è di assumere un ruolo di abilitatori della transizione energetica a livello mondiale mettendo la nostra conoscenza dei processi di trasformazione delle risorse naturali al servizio di una economia sempre più circolare e a basso impatto carbonico”.  

In particolare, “i nostri obiettivi prioritari di taglio ambientale sono contribuire alla mobilità sostenibile sviluppando tecnologie per produrre carburanti low carbon e ‘bio’; abilitare la circolarità della plastica grazie a tecnologie per un riciclo di qualità, meccanico e chimico e promuovere soluzioni per produrre plastiche e prodotti chimici non da fonte fossile; sviluppare tecnologie per un uso più sostenibile del gas e per la transizione ad un’economia a idrogeno”. 

Ed è proprio per sostenere la transizione all’idrogeno che nel Pnrr sono stati stanziati 3,19 mld; a dimostrazione che, in un contesto che evolve verso un’economia a zero emissioni, il ruolo di questo vettore energetico è fondamentale ma occorre recuperare ritardi. Secondo Folgiero “un primo grande tema è di natura infrastrutturale: ci sarà un grande lavoro da fare, multifiliera e sovranazionale. Dal punto di vista tecnologico però le soluzioni sono note. E l’Italia sta sviluppando la propria visione come stanno facendo altri Paesi. Noi con NextChem abbiamo nel nostro portafoglio tecnologico ben quattro soluzioni per la produzione di idrogeno, ad intensità carbonica decrescente”.  

“Quello che definiamo ‘circolare’, derivante dal riciclo chimico del carbonio e dell’idrogeno contenuto nei rifiuti plastici non riciclabili per via meccanica, è una soluzione pronta, cantierabile, economicamente sostenibile e competitiva con l’idrogeno tradizionale”. 

Insomma, le soluzioni ci sono e anche le risorse, bisogna solo mettere in moto la macchina. Come? “Facendo un piano, un piano vero, che contenga una mappa territoriale, che parta dalla disponibilità di cariche (spazi e condizioni per produrre energia rinnovabile, disponibilità di rifiuti da valorizzare trasformandoli in idrogeno anziché mandarli in discarica), di siti brownfield esistenti che possano essere riconvertiti senza sprecare nuovo suolo, con il consenso e la partecipazione del territorio. Un grande piano che crei un ritorno per le comunità locali”.  

C’è poi la tanto dibattuta questione dei colori: idrogeno blu, grigio o verde? “Noi li stiamo spingendo tutti: il blu, ottenuto dal gas ma con cattura della CO2; il blu elettrico, ancora più sostenibile; l’idrogeno verde, da elettrolisi e fonti rinnovabili, e quello circolare, da rifiuti. E’ sciocco pensare a un modello competitivo, su un settore che ha così tanto bisogno di svilupparsi e in tempi ultra rapidi”.  

“Noi vediamo un modello di mercato a ‘geometria variabile’, che risponde ad esigenze di tempo (disponibilità di tecnologie più o meno pronte), e di spazio (disponibilità di impianti Fer a cui abbinare impianti di produzione di idrogeno), un modello in cui la competizione, se c’è, la fa la carbon intensity del prodotto”.  

Ma il cambiamento di cui abbiamo bisogno non è solo tecnologico. “L’innovazione, sempre più aperta, ha il compito di accelerare un percorso evolutivo. L’Italia dovrà leggere i nuovi scenari energetici e tecnologici come un’opportunità per reindustrializzarsi e valorizzare le realtà socio-economiche del nostro Paese colmando le diseguaglianze e non acuendole e così anche la digitalizzazione, che deve servire a migliorare la qualità della vita delle persone, oltre che ad abbattere impatti ambientali evitabili” commenta l’ad del Gruppo Maire Tecnimont e di NextChem.  

Proprio per questo, sottolinea Folgiero “nella nostra strategia di sostenibilità con ricadute di carattere più sociale, le priorità sono garantire la salute e la sicurezza delle nostre persone attraverso una formazione e responsabilizzazione continua, promuovere un ambiente sempre più multiculturale e inclusivo, creare valore nei territori dove operiamo, promuovere una innovazione che crei benessere”.  

“Le persone sono al centro della nostra attenzione: le nostre, quelle che afferiscono alla nostra supply chain, quelle che vivono nei territori dove abbiamo uffici e cantieri. Il nostro impegno per loro è continuo e il nostro apporto verso le comunità di quei Paesi in cui siamo presenti, che soffrono situazioni di povertà o di emergenza è e sarà sempre costante” conclude Folgiero.