“Ci sono tre parole chiave in prospettiva che rappresentano le linee guida del Paese: l’organizzazione, la professionalizzazione e la digitalizzazione”. A dirlo Antonino Gullo, docente di diritto penale e direttore del corso di Giurisprudenza Luiss Guido Carli, in occasione di #UNLOCK_IT, seconda edizione di SUDeFUTURI, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia, nel corso della diretta streaming dal Palazzo dell’Informazione di AdnKronos, in piazza Mastai a Roma.
“Organizzazione – spiega – vuol dire proseguire e diffondere best practice, fare in modo che vi sia uniformità rispetto ai tempi della giustizia nelle diverse parti del paese; professionalizzazione vuol dire giudici o pubblici ministeri specializzati. In passato si è istituito il tribunale delle imprese, si potrebbe pensare a pubblici ministeri specializzati e poi incidere sul percorso di formazione: dobbiamo aprire a itinerari fortemente professionalizzati. I nostri studenti devono già acquisire i titoli ed esperienza per essere operativi nel mondo del lavoro”. Quanto alla digitalizzazione, “può rappresentare uno strumento prezioso per l’utilizzo in ambito giurisdizionale. Si tratta di sfide che dovrebbero essere colte proprio in questo momento”.
“La vicenda – ricorda Gullo riferendosi all’emergenza Covid-19 – che stiamo vivendo è drammatica e ha scosso le coscienze di ciascuno, ha inciso fortemente sui fondamenti dell’assetto produttivo. Ma ha anche chiamato in causa la nostra idea di ‘essere parte’ di una comunità nazionale e componenti di un orizzonte europeo che deve essere il più possibile corse nel fronteggiare l’emergenza. Dal punto di vista giuridico la possibilità di rilancio passa attraverso una decisa e forte prosecuzione di opere di rinnovamento del nostro sistema di giustizia che in verità il nostro paese ha avviato negli ultimi anni”.
In questo percorso, fa notare il docente della Luiss, “un fronte molto significativo su cui ci viene chiesto di intervenire in ambito sovranazionale attiene all’efficientamento del sistema giudiziario, cioè affrontare di petto o meglio continuare ad affrontare con decisione il tema delle relazioni tra giustizia ed economia. Partirei da un dato: l’idea che esiste una chiara relazione tra giustizia ed economia, che un efficiente sistema giudiziario è un tassello fondamentale nelle dinamiche di sviluppo economico e ha un riflesso decisivo nelle scelte degli investitori e questo riguarda tanto la giustizia civile quanto la giustizia penale”.
“E’ significativo – osserva – il fatto che nella costruzione della risposta da parte dell’ordinamento in ambiti strategici quali la lotta alla corruzione e al riciclaggio sempre più spesso si mette in primo piano il fatto che questi fenomeni possano minare la leale concorrenza e il corretto funzionamento del mercato. Il nostro ordinamento si è sempre più proposto come punto di riferimento e ha saputo puntare sula prevenzione, questo vuol dire collaborazione con le imprese, coinvolgere le imprese nelle strategie di contrasto a questi fenomeni criminosi”.
“La situazione attuale – commenta Gullo – consentirebbe, basandosi ad esempio sugli studi di Bankitalia e altre istituzioni, di cercare il completare l’itinerario di revisione del nostro sistema giudiziario. E da questo punto di vista evocherei tre aspetti: l’accesso alla giurisdizione, l’efficienza, che vuol dire i tempi della giustizia, il terzo la qualità della giurisdizione, che evoca il tema della stabilità delle decisioni e della prevedibilità, una nota su cui battono le alte corti”.