“L’attuale modello di sviluppo, che genera spesso povertà ed esclusione socio- economico, ha necessità di un cambio di rotta e di un impegno comune verso un nuovo modello economico: la Terza Economia. Un modello economico, cioè, in grado di costruire soluzioni efficaci e inclusive con l’unico obiettivo di sviluppare validi progetti affinché il bene comune sia condiviso da tutti i membri della comunità”. Così il Sottosegretario al Lavoro Steni Di Piazza nel suo intervento aI Festival nazionale dell’economia civile di Firenze guardando al “patto” su cui sono al lavoro diversi protagonisti del mondo politico e imprenditoriale per provare a pensare una Terza Economia, più attenta al benessere delle persone, in cui l’impresa è intesa come parte integrante della società. 

“L’obiettivo iniziale del progetto è quello di dare vita a un dialogo politico costante tra imprenditori e policy maker. Successivamente, il Patto mira al coinvolgimento di nuove imprese, che possano aderire a questi diversi modelli imprenditoriali ad alto impatto sociale. Infine, si vuole lavorare a una trasformazione culturale sostenendo anche tutti quegli eventi che promuovono un nuovo modo di pensare e fare impresa, in linea con gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, aggiunge. 

Per Di Piazza, “non si può pensare di uscire dalle crisi senza parlare di rinascita e senza trovare delle proposte comuni. Occorrono una nuova economia civile e un nuovo umanesimo, che siano guidati dall’obiettivo concreto di definire nuovi paradigmi di uno sviluppo che ponga al centro le persone. Dobbiamo ora cercare una nuova bussola capace di dare la giusta direzione, per mettere nuove radici e smettere di generare disuguaglianze”. 

“La pandemia da coronavirus ha infatti messo in evidenza le nostre fragilità economiche e sociali aumentando le disuguaglianze”. 

Per Di Piazza, “non si può pensare di uscire dalle crisi senza parlare di rinascita e senza trovare delle proposte comuni. Occorrono una nuova economia civile e un nuovo umanesimo, che siano guidati dall’obiettivo concreto di definire nuovi paradigmi di uno sviluppo che ponga al centro le persone. Dobbiamo ora cercare una nuova bussola capace di dare la giusta direzione, per mettere nuove radici e smettere di generare disuguaglianze”, ha concluso.