“Chiediamo un futuro migliore, un’idea diversa di Paese rispetto a quella che abbiamo vissuto fino ad ora: un nuovo modello di sviluppo. Con i Covid abbiamo dovuto giocare in difesa, costretti ad affrontare la tragica crisi che oggi vede milioni di persone in Cassa Integrazione, ma dovremo avere la forza di attaccare, di rivendicare e pretendere un futuro migliore per le generazioni di domani, per i precari, per i lavoratori della Cig Economy, per i lavoratori autonomi”. Parte da qui, Pierpaolo Bombardieri nuovo segretario Uil, eletto oggi all’unanimità dal consiglio confederale del sindacato, per disegnare le linee strategiche del suo mandato. Obiettivi che non possono essere traditi; servono risposte, altrimenti, come già lo scorso anno, “siamo pronti a ritornare in quelle piazze”, ammonisce definendo il perimetro dell’azione del sindacato: “la riduzione delle disuguaglianze, ormai insopportabili, è la nostra stella polare, il nostro campo di battaglia”, dice.  

E al governo, in generale alla politica, chiede “più coraggio” contro quello che sembra ormai accomunare paesi ricchi e paesi poveri: “Persone abbandonate, diseguaglianze galoppanti, totale assenza di fiducia nel Governo, nella società, stati egoisti e divisi”. Coraggio come quello mostrato dalla Ue che con lo stop al momento del patto di stabilità ha finalmente “compiuto quel cambio di passo atteso da tempo” anche se “è necessario agire in fretta, non possiamo permetterci di aspettare per mesi le lungaggini burocratiche e le beghe tra gli Stati”. Sì incondizionato dunque a Mes, Sure e Recovery Fund con cui rafforzare gli interventi anticrisi. Ma ce n’è anche per Confindustria: “noi non chiudiamo le aziende. Siamo noi a chiedervi di tenerle aperte, ma vi chiediamo di rispettare i contratti, i diritti, i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese.  

E’ l’ora di rinnovare i contratti, privati e pubblici, e di redistribuire la ricchezza”, dice all’indirizzo del presidente Carlo Bonomi. E il dettaglio non è ininfluente: “il tema che poniamo è che la ricchezza prodotta deve essere diffusa più equamente. Più la ricchezza è equamente diffusa, infatti, più è forte la crescita economica e produttiva”, ammonisce rivendicando “la vocazione partecipativa” del sindacato “dove il conflitto è uno strumento per raggiungere degli obiettivi, ma mai un fine”, aggiunge. 

E a i cugini di Cisl e Uil rinnova il patto d’azione: “in questi mesi abbiamo lavorato sodo. Abbiamo fatto una unione di fatto e se anche le nostre storie vengono da culture diverse rappresentano la ricchezza culturale e democratica del nostro Paese.Insieme avremo grandi risultati”,dice ad Annamaria Furlan e a Maurizio Landini. La strada d’altra parte è quella già tracciata da Barbagallo perchè, rassicura parlando alla base del sindacato “se anche cambia il timoniere, la rotta resta la medesima”. Quella di un sindacato “che incarna i valori del socialismo, della tradizione socialdemocratica europea più nobile, del repubblicanesimo più autentico”, che “non insegna ai propri iscritti come votare, autonomo dalla politica ma non indifferente rispetto alle diverse impostazioni di fondo” e che “si colloca sulla sponda progressista di questo Paese contro il nazionalismo esasperato e ogni sovranismo” e razzismo.