(Adnkronos) – “Le Rsa hanno riaperto alle visite con i familiari? Mi piacerebbe poter rispondere sì, ma le decine di segnalazioni che come Orsan riceviamo ci fanno essere meno ottimisti”. Segnalazioni, ma anche esperienze dirette, perché “io per esempio da marzo 2020 non so che abiti ha mia madre nel suo armadio, non posso mangiare qualcosa con lei e soprattutto continuo a poterla vedere massimo un’ora al giorno. Sono passati più di 2 anni e 2 mesi”. E’ la situazione descritta all’Adnkronos Salute da Dario Francolino, fondatore e presidente di Orsan (Open Rsa Now), movimento nato nei tempi più bui della pandemia di Covid-19, quando gli anziani delle residenze sanitarie assistenziali vivevano un isolamento forzato, lontani da ogni affetto.  

“In particolare – spiega – in alcune regioni italiane come per esempio la Sardegna, in parte del Lazio e in Veneto, le aperture rimangono intermittenti”. Non solo: “Quando parliamo di riaperture – tiene a precisare Francolino – purtroppo non ci riferiamo a una riapertura come nei tempi precedenti al febbraio 2020, ma a piccoli spiragli che non consentono alla maggior parte degli oltre 2 milioni di familiari degli ospiti delle 4.300 Rsa italiane di rientrare nelle stanze dei propri cari”. 

“Purtroppo – teme il numero uno di Orsan – il rischio che vedo è che, passata la fase di emergenza e di chiusura totale, alcune brutte abitudini prese ai tempi del lockdown diventino cambiamenti peggiorativi permanenti. A livello di associazioni si sta lavorando a ranghi ridotti, essendo tutti volontari, per evidenziare questi problemi. Ma la nostra voce è troppo debole per essere ascoltata e ho forti dubbi: invece di andare avanti – è il rammarico di Francolino – stiamo tornando indietro”.