“Le strutture sanitarie private, che da sempre hanno erogato ai cittadini i servizi, anche d’urgenza, anche in piena emergenza” Covid-19, sono state “coinvolte nella gestione della pandemia” in modo “esiguo e marginale”. Ad esprimere per questo la “propria preoccupazione” è FederAnisap, la Federazione nazionale a cui appartengono 5.000 poliambulatori e ambulatori nazionali privati autorizzati e accreditati, per bocca del presidente nazionale, Mauro Potestio, e del presidente della sede regionale del Lazio, Valter Rufini, che ritengono anche “anacronistico che le Regioni ancora non si rivolgano a strutture sanitarie private” per l’abbattimento delle liste di attesa e per una serie di servizi, a partire dall’esecuzione dei tamponi rapidi. 

“Ormai sta diventando inopportuno ed anacronistico – affermano i vertici Federsanità in una nota – che le Regioni ancora non si rivolgano a strutture sanitarie private per l’abbattimento delle liste di attesa, per l’esecuzione dei tamponi rapidi per i dipendenti ministeriali e per altri servizi utili alla ripresa nazionale; che non si tenga in considerazione l’altissimo livello clinico, diagnostico e di sussidio per la popolazione che tali strutture erogano, anche in collaborazione con il servizio pubblico, soprattutto in un momento di drastica riduzione dei percorsi clinici diagnostici di prevenzione, che negli ultimi 2 anni non sono stati erogati”.  

La Federazione si dice dunque “disponibile ad ogni confronto, ad ogni livello, per dare quell’assistenza che oggi, fortemente, viene richiesta dai cittadini”. “Vogliamo dire al Governo – prosegue la nota – che le strutture sanitarie private e accreditate ci sono. Sono attive e disponibili, presenti capillarmente su tutto il territorio facendo ogni tipo di controllo, adeguato a strutture sanitarie mediche e percorsi clinici diagnostici utili per l’abbattimento delle liste di attesa, disposte alla collaborazione sotto tutti i profili, anche economici, per venire incontro alle esigenze della popolazione”.