“Il circolo virtuoso lo abbiamo creato noi e adesso non dobbiamo rovinare tutto con nostri comportamenti”. E’ l’appello di Francesco Le Foche, immunologo dell’università Sapienza di Roma, che in un’intervista al ‘Corriere della sera’ si dice però “sorretto da un cauto ottimismo. L’Italia sta attraversando un ciclo favorevole creato dai comportamenti corretti mantenuti durante il lockdown. Però questo ciclo non si auto-mantiene e c’è bisogno ancora del contributo della collettività. Se fossimo capaci di seguire le tre regole base potremmo gestire facilmente l’epidemia e non correre re nuovi rischi”.  

“Dunque mascherina, igiene delle mani e distanziamento sono l’unico modo per tenere indietro il virus. Non c’è altro sistema”, ribadisce. I numeri din crescita di Covid, chiarisce l’immunologo, “non sono casi di malattia ma di contagio legati fondamentalmente all’attività sociale dei giovani e al rientro di cittadini positivi da zone altamente infette. Pensiamo ai Paesi dei Balcani che si trovano adesso nelle condizioni dell’Italia tra marzo e aprile, con la curva in crescita esponenziale. In quelle zone la carica virale è alla sua massima espressione ed è capace di riprodurre la malattia, cosa che in Italia è raro grazie al fatto che il virus circola poco”.  

Come si possono convincere i giovani a cambiare atteggiamento? “Sono convinto che basterebbe parlargli utilizzando il loro stesso linguaggio e allora capirebbero quanto sia importante dare un contributo alla causa pubblica. A un ragazzo non direi non andare in discoteca – afferma Le Foche – perché farebbe il contrario. Gli direi di pensare che esiste un bene collettivo superiore e che se entra in discoteca buttandosi nella mischia può fare del male a tutti. Servirebbero campagne di comunicazione mirate”. 

Teme l’arrivo di una seconda ondata? “Non vedo il pericolo della seconda ondata – risponde – se si andranno a prevenire i rischi dove si possono annidare. Tanti extracomunitari e indigenti vivono in condizioni abitative disastrose, con più persone in pochi metri quadrati. E’ importante monitorare il territorio per individuare queste situazioni di degrado anche spiegando alla gente, con parole semplici, cosa fare per salvaguardare la propria salute e quella degli altri”.