“Le misure di lockdown in Europa vengono allentate con il calo del numero di nuovi casi di Covid-19. Continuiamo a sollecitare i Paesi a trovare, isolare, testare e trattare tutti i casi e tracciare ogni contatto, per garantire che queste tendenze in calo continuino. Ma voglio ricordare e ripetere che la pandemia è lontana dalla fine”. Lo sottolinea il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, oggi in conferenza stampa a Ginevra. 

“Qui da Ginevra noi non possiamo dire quale sia la strategia migliore per allentare il lockdown – puntualizza – L’importante è che si abbia un approccio saggio basato sui dati, che si introduca una sorta di ‘contratto sociale’ in modo che le persone comprendano l’importanza del distanziamento sociale, e si facciano investimenti nel sistema sanitario in modo che se il virus tornerà, le strutture non saranno nuovamente sotto pressione”.  

“Nulla è certo in questo momento – avverte – stiamo osservando tutti i Paesi per capire quale sia la lezione migliore da condividere. Paesi diversi fanno cose anche molto diverse fra loro in questo momento. Non possiamo sapere cosa accadrà fra due, tre, quattro mesi, se il virus riemergerà, ma sappiamo che se allentiamo le misure troppo presto senza un piano questo accadrà. Certamente i grandi assembramenti sappiamo che non sono una buona idea, ma ogni governo deve considerare nel proprio contesto l’impatto positivo a livello economico della riapertura e l’impatto negativo del potenziale riemergere del virus”. 

“La seconda ondata è nelle nostre mani. Se agiremo bene potremo evitarla, ma nel farlo sono necessari interventi non solo nazionali, ma anche regionali e globali” rimarca il direttore generale dell’Oms. “Stiamo imparando ogni giorno qualcosa su questo virus – aggiunge Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Oms – ma una cosa molto importante sono i primi dati che ci vengono dagli studi siero-epidemiologici condotti in alcuni Paesi, che segnalano come una larga fetta della popolazione sia ancora suscettibile al virus. Ci sono ancora molte persone che possono essere infettate. Se allentiamo il lockdown quindi dobbiamo rimanere vigili, continuare a studiare con approfondimenti come questo la situazione e identificare quanto prima i nuovi casi”. 

“Speriamo che il Solidarity Trial ci aiuti presto a capire quali terapie sono le più sicure ed efficaci per il trattamento dei pazienti con Covid. Ma alla fine avremo bisogno di un vaccino per controllare questo virus” dice Ghebreyesus. “Il successo nello sviluppo di farmaci e vaccini efficaci per Ebola ci ricorda l’enorme valore di questi strumenti – evidenzia – e l’enorme potere dei cittadini e della collaborazione internazionale nello svilupparli. L’Oms ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo del vaccino contro Ebola e stiamo facendo lo stesso per Covid-19 anche grazie all’esperienza accumulata con gli altri coronavirus”. 

In conferenza stampa il direttore generale dell’Oms ricorda poi che “quando la copertura vaccinale diminuisce, altre epidemie sono in agguato con possibili focolai di malattie potenzialmente letali come morbillo e poliomielite”. “Ogni anno vengono vaccinati oltre 116 milioni di neonati, pari all’86% di tutti i bambini nati nel mondo. Ma ci sono ancora più di 13 milioni di bambini in tutto il mondo che non vengono immunizzati. Sappiamo che quel numero aumenterà a causa di Covid-19 – sottolinea – Anche quando i servizi sono in funzione, alcuni genitori e operatori sanitari evitano di vaccinare i piccoli a causa delle preoccupazioni su Covid-19. Miti e disinformazione sui vaccini stanno aggiungendo fuoco al fuoco, mettendo a rischio le persone vulnerabili”. 

“Le campagne di vaccinazione contro la polio sono già state sospese e in alcuni Paesi i servizi di immunizzazione di routine vengono ridimensionati o chiusi. Con l’inizio della stagione influenzale nell’emisfero meridionale, è fondamentale che tutti ricevano il vaccino contro l’influenza stagionale. Sappiamo poi che i bambini sono a rischio relativamente basso di malattia grave e morte per Covid-19, ma – scandisce – possono essere ad alto rischio di altre malattie prevenibili con i vaccini”.