di Margherita Lopes 

Come nasce un’epidemia, come evolve e come va a finire? “L’origine di questi eventi è antichissima: risale alla stanzialità dell’uomo e alla nascita degli allevamenti. Spesso infatti in origine i patogeni erano agenti infettivi passati dagli animali all’uomo. Dal vaiolo ai tempi dei faraoni d’Egitto, fino alla peste d’Atene, che però ancora oggi non si sa cosa fosse (vaiolo o qualche altra malattia infettiva). Ma la prima pandemia vera e propria fu la Morte Nera del ‘300”, la peste raccontata nel Decameron di Giovanni Boccaccio, “che sterminò il 50% della popolazione europea”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, autore di ‘Epidemie. I perché di una minaccia globale’ (Carocci). 

Il volume, appena arrivato in libreria, viene presentato questa sera a Roma nella Libreria Eli, in viale Somalia, nel corso di un incontro con Antonio Mistretta, comunicazione scientifica Istituto Superiore di Sanità e Nicola Cerbino, responsabile ufficio stampa Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs. Ben lungi dall’essere sconfitte, le malattie infettive rinnovano la loro sfida all’umanità. Nuovi virus emergono, come il recente coronavirus per il quale l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale. I vecchi germi, invece, espandono la loro area di azione, conquistando nuove popolazioni e località geografiche precedentemente indenni. È quindi indispensabile comprendere a fondo in che modo agenti infettivi come i coronavirus, l’Hiv, gli arbovirus o i virus influenzali siano in grado di provocare eventi pandemici. Rezza nel volume traccia una storia delle epidemie, ne spiega le origini e le modalità di diffusione, descrivendo al contempo gli interventi per affrontarle.  

“Anche la Morte Nera venne dall’Oriente, dalla Mongolia – ricorda l’esperto – Mentre gli europei con la scoperta dell’America portarono in questo continente vaiolo e morbillo, che sterminarono le popolazioni native. Non si sa ancora se la sifilide sia arrivata con certezza dal Nuovo Mondo, ma sappiamo che in Francia era detta il mal napoletano, e a Napoli il mal francese”, aggiunge Rezza.  

Le epidemie macinano chilometri e mietono vittime. “Pensiamo alla Spagnola, un’influenza che ebbe una prima violentissima ondata che si esaurì spontaneamente, non come è accaduto in Europa con Covid-19, dove di fatto la prima ondata è stata interrotta”. Dopodiché si sono susseguite diverse pandemie, favorite anche dalla globalizzazione. “L’allarme maggiore è stato quello della Sars, virus contrastato efficacemente grazie a quarantena e isolamento, anche perché questa malattia era contagiosa a una settimana dalla comparsa dei sintomi”. Ben riconoscibile, dunque. Mentre non c’era trasmissione dagli asintomatici.  

“Abbiamo avuto Ebola, che va e viene, mentre l’unica malattia infettiva eradicata completamente è stata il vaiolo, un virus totalmente umanizzato sconfitto dal vaccino”. L’impresa, per Rezza, sarebbe possibile anche per la polio e per il morbillo, “che non hanno un serbatoio animale. Dove questo c’è, l’obiettivo diventa più difficile”. Le epidemie “sono imprevedibili: solo quando impari a conoscere il patogeno, capisci come gestire meglio la sua diffusione, e contenerlo. Come stiamo vedendo con Sars-Cov-2”.