“La profilassi del paziente emofilico deve essere adeguata ai suoi bisogni clinici, tenendo presente che il dosaggio di fattore (fattore VIII e IX, proteine la cui carenza è responsabile dell’emofilia, Ndr) necessario cambia a seconda della persona e del suo modello di vita”. C’era anche Angelo Claudio Molinari, ematologo del Centro emostasi e trombosi dell’Istituto Gaslini di Genova, all’incontro online “La funzione articolare nelle coagulopatie congenite: compromissione, salvaguardia, riabilitazione e attività sportiva”, promosso da Arlafe Onlus nell’ambito della campagna “Articoliamo in tour”, approdata in Liguria per la decima tappa. 

“Articoliamo”, sostenuta da Sobi con il patrocinio di FedEmo, promuove la cura della salute articolare delle persone con emofilia grazie a nuovi servizi, momenti di formazione con specialisti e un sito ricco di informazioni generali e specifiche per la vita quotidiana dei pazienti. “Il rischio di sottostimare un danno articolare c’è sempre – ha aggiunto Molinari – per questo siamo insistenti con i pazienti sui controlli periodici, necessari per svelare gli emartri, i micro-sanguinamenti che sono i veri campanelli d’allarme dell’emofilia. L’ecografia è uno strumento formidabile e insostituibile per vedere nel dettaglio dentro l’articolazione”. 

“Con nessuno altro strumento si possono ottenere in modo non invasivo informazioni precise sullo stato di salute delle articolazioni — ha spiegato Johanna Svahn, ematologa del Centro emostasi e trombosi dell’Istituto Gaslini di Genova — la sonda dell’ecografo va in specifici siti per ottenere immagini grazie alle quali si valuta il danno osseo articolare e il grado di sinovite (infiammazione della sinovia, membrana che riveste la parte interna dell’articolazione del ginocchio), ci permette di misurare lo ‘score’ osseo articolare e sinoviale ed è uno strumento importante anche per prendere decisioni cliniche sulla terapia”.