Consegne a domicilio di cannabis legale… e il mercato cresce

Roma, 15 Aprile 2020. Nel corso degli ultimi due anni il mercato della cannabis light è metaforicamente esploso: solo in Italia sono più di 10mila gli addetti ai lavori, mentre le aziende agricole coinvolte sono 800 e altre 1500 sono le imprese dell’indotto che si occupano della trasformazione della canapa e della sua distribuzione sul mercato. Nel complesso il fatturato supera i 150 milioni di euro, e buona parte del merito di questa escalation deve essere riferita alla legge n. 242 del 2016, che ha contribuito a regolamentare il settore e a disciplinarlo con criterio. Nel frattempo il tema della cannabis light non è più uno spauracchio, ma è stato sdoganato in modo quasi definitivo: ecco perché i cannabis shop si moltiplicano, mentre i grow shop aumentano gli affari anche grazie a servizi innovativi, tra i quali le consegne a domicilio, effettuate in modo anonimo e i tempi rapidi. 

Il successo del mercato 

Da quando la canapa è stata approvata dal punto di vista legale, il commercio dei prodotti correlati nel nostro Paese è aumentato in modo significativo, coinvolgendo in modo particolare le grandi città; va detto, però, che a mano a mano che il tempo passa la distribuzione sta diventando progressivamente più capillare. Pullulano, così, i negozi specializzati, in molti casi a singola vetrina e di piccole dimensioni, in cui vengono posti in commercio i prodotti derivati dalla canapa sativa. 

La legge del 2016 

La legge del 2016 è quella che ha aperto le porte, almeno nel nostro Paese, alla crescita del mercato. Lo scopo di questa legge, per altro, non ha implicazioni solo economiche, ma anche etiche: ci si propone di diminuire l’impatto ambientale determinato dalle coltivazioni, la desertificazione e il consumo di suolo attraverso la promozione della filiera della canapa. La marijuana legale per essere messa in vendita in Italia deve presentare una concentrazione di THC non superiore allo 0.2%. Si tratta di un limite che non si applica unicamente alla cannabis, ma che riguarda anche i suoi prodotti derivati, quali i semi e gli oli; va detto, in ogni caso, che i derivati già di per sé hanno una concentrazione modesta di THC. 

Le consegne a domicilio 

E così dal food delivery si è potuti passare al marijuana delivery, con consegne a domicilio che hanno riscontrato un grande successo anche perché la privacy e l’anonimato dei clienti vengono rispettati con la massima attenzione. In effetti, a dispetto dell’approvazione a livello legale sono ancora in tanti a pensare alla marijuana come a un tema tabù: una circostanza che è frutto sia di una cattiva informazione che dei pregiudizi. Prima che venissero messe a disposizione le consegne a domicilio, coloro che volevano comprare i prodotti a base di CBD si sarebbero potuti sentire abbastanza inibiti decidendo di entrare in prima persona in un canapa shop. 

Come avviene il marijuana delivery 

La consegna a domicilio in questo ambito è una nuova idea di business di enorme successo, non a caso capace di attirare una platea di potenziali clienti e di ottenere fette di mercato sempre più ampie. Il servizio delivery non serve solo a differenziarsi rispetto ai competitor, ma è stato utile anche per imprimere una notevole accelerata al settore. L’ordine degli articoli che si è intenzionati a comprare può essere effettuato direttamente tramite Internet; in base al servizio scelto, poi, il tempo richiesto per la consegna può variare, ma quello che più conta è che il pacco che viene recapitato è completamente anonimo. 

Quali sono i prodotti derivati della canapa 

A livello industriale, la canapa si presta a una grande varietà di potenziali utilizzi: vi si può ricorrere, per esempio, per la produzione di carta di qualità o di imballaggi, ma anche per ottenere combustibili o materie plastiche. Praticamente tutte le parti della pianta vengono sfruttate, anche per scopi alimentari: dai semi, infatti, si ottengono l’olio e la farina. Dal punto di vista nutrizionale i semi di canapa hanno caratteristiche eccellenti, perché garantiscono un equilibrio perfetto di omega 3 e omega 6, ma anche un 

apporto elevato di minerali e di vitamine. Sono tante le sostanze presenti che hanno effetti benefici dal punto di vista della salute, per esempio in virtù delle loro proprietà antinfiammatorie. Non è un caso che i semi di canapa sativa vengano impiegati sempre più di frequente nei regimi alimentari vegani e vegetariani. 

La concentrazione di THC 

Per chi se lo stesse domandando, il contenuto di THC all’interno dei semi di canapa è praticamente nullo: di conseguenza non si corre il rischio di avere a che fare con effetti psicoattivi. Insomma, questi semi possono essere consumati quando e come si vuole, senza problemi e senza controindicazioni, anche perché rappresentano una fonte di proteine eccellente. Al di là delle proprietà antinfiammatorie, essi svolgono anche un’azione antiossidante, e sono molto preziosi per la salute del cuore e del sistema circolatorio. 

Come si usano i semi di canapa in cucina 

I semi di canapa che si trovano in vendita possono essere di due tipi: decorticati o integrali. In cucina essi sono adatti ad arricchire e valorizzare un gran numero di pietanze: i biscotti e i prodotti da forno salati, ma anche le torte, le insalate e le zuppe. Si può decidere se consumare i semi di canapa così come sono, al naturale, o se invece tostarli, per esempio come si farebbe con i semi di zucca. Il loro sapore è molto piacevole e può ricordare quello della nocciola: ecco perché si potrebbe ipotizzare di preparare un pesto alla canapa, ma anche salse o frullati. 

La farina di canapa 

Un altro prodotto alimentare che viene ricavato dai semi di canapa sativa è la farina, che si ottiene dalla macinatura. Le proprietà nutrizionali sono uguali a quelle dei semi interi: così, si può scegliere di usare la farina di canapa per fare il pane in casa, per cucinare dei biscotti o per preparare una torta, come se si avesse a che fare con una farina di qualsiasi altro genere. 

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