Resta “fragile” la situazione dell’Europa alle prese con Covid-19. Al momento 43 Paesi europei “hanno implementato restrizioni alla circolazione interna parziale o totale”, mentre “32 Paesi si stanno muovendo per allentare con attenzione alcune delle misure adottate, poiché riescono a controllare la trasmissione del virus. La situazione, però, rimane molto fragile e potrebbe subire rapidamente una ricaduta se le misure” chiave non vengono allentate progressivamente, “e se la transizione non viene pianificata con attenzione e gradualità”. E’ il monito di Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oggi in conferenza stampa. 

E non è solo il virus a insidiare la salute dei cittadini europei. Settimane e settimane di “misure restrittive e lockdown hanno comprensibilmente generato stress e ansia. Le reti sociali si sono interrotte, con in più l’insicurezza e le tensioni economiche legate ai posti di lavoro a rischio. Per molti, l’incertezza, l’isolamento e la paura fanno parte della vita quotidiana”, ha sottolineato Kluge. 

“Per quasi 4 settimane, dal 12 aprile, abbiamo visto una diminuzione del numero di casi segnalati ogni giorno. Lentamente, ma sicuramente, stiamo vedendo segni positivi. Purtroppo, tuttavia, non possiamo dire lo stesso per tutti i Paesi”, sottolinea Kluge. 

“La situazione nella parte orientale della Regione continua a destare preoccupazione. La Bielorussia, il Kazakistan, la Federazione Russa e l’Ucraina hanno registrato un aumento dei nuovi casi nell’ultima settimana”.  

Questa settimana “abbiamo una missione di esperti sul campo in Tagikistan, in collaborazione con le autorità nazionali e gli operatori sanitari, per rispondere all’epidemia nel Paese. E’ solo l’ultima di oltre 60 missioni che abbiamo condotto in tutta la Regione europea durante questa pandemia – ha ricordato – per fornire indicazioni su una serie di aspetti, tra cui test di laboratorio, sorveglianza delle malattie, pianificazione operativa, preparazione ospedaliera e, naturalmente, per aiutare i Paesi a rispondere” al nuovo coronavirus.