“Voleva lasciarmi”. E’ questa la scusa che ha armato la mano di un uomo di 47 anni, che la scorsa notte ha ucciso con un colpo di fucile a pompa alla testa Alessandra Cità, sua coetanea e compagna da 9 anni, ad Albignano, paesino alle porte di Truccazzano, nel Milanese. L’uomo, intorno alle 2, si è presentato nella caserma dei carabinieri di Cassano d’Adda e al magistrato di turno, il sostituto procuratore Giovanni Tarzia, ha confessato la paura che lei mettesse fine a quella relazione a distanza.
I due vivevano insieme durante la quarantena visto che la fabbrica in cui lavorava l’uomo in provincia di Bolzano era chiusa, altrimenti la convivenza avveniva solo nel fine settimana a causa dei troppi chilometri. La vittima, invece, lavorava all’Atm, l’azienda di trasporti di Milano. “Non risulta nessuna denuncia da parte della vittima nei confronti dell’uomo, a noi erano sconosciuti”, fa sapere una fonte investigativa.
Da quanto risulta, nessuno dei vicini è stato ancora interrogato per capire se in quella casa le liti fossero frequenti o cosa abbia potuto scatenare la furia del 47enne che ha imbracciato il fucile regolarmente detenuto. L’uomo, fermato con l’accusa di omicidio e in attesa dell’interrogatorio di convalida, è stato trasferito nel carcere di San Vittore.